Passare tre volte la farina alla ``setacciola" (setaccio piccolo con tela di seta) per averne il Fiore. Impastare con uova, olio e senso di Anice. La regola è: 1 uovo, 1 cucchiaio di zucchero, uno di olio, senso di Anice e fior di farina tanto quanto basta per fare una pasta piuttosto tenera. Lavorata a lungo la pasta, si formano dei rotolini, dello spessore di un mignolo. Con i rotolini fare degli 8 che si allineano nel ``capestiere" infarinato.
Fare nel Camino un buon fuoco di legna secca. Mettere un pezzo di legna grande per traverso sugli alari, sul quale poggiare il ferro che si deve scaldare a lungo su entrambe le facce. Preparare una cotenna di maiale che si passerà di tanto in tanto sulle facce roventi interne del ferro affinché la pasta non si attacchi.
Iniziare quindi l'operaione di cottura. Aprire il ferro già caldo appoggiando uno dei manici sulla Pietra del focolare, adagiare un otto di pasta, richiudere il ferro con abilità per non far cadere la pasta e rimetterlo sul fuoco sul quale si lascerà per il tempo occorrente a recitare una ``ave Maria". Indi capovolgere l'arnese e far cuocere dall'altro lato. Aprire il ferro poggiando uno dei manici a terra e, se la cialda ha un bel colore oro vecchio, si stacca la pizzella e si ricomincia fino alla fine delle pizzelle.
La cottura è un lavoro lungo e faticoso perché il ferro è pesante e la fiamma scotta e solo con la pratica si riesce a indovinare il giusto punto di cottura della pizzella croccante e gustosa.
Il capestiere è un vassoio di legno. Oggi il ferro per le pizzelle è elettrico e si trova facilmente in commercio.
Provenienza: Roberta Lucrezi (FidoNet) 31/01/1993